lunedì 10 dicembre 2007

Piceria Ristorante La Grotta del Borgo a Lucignano d'Arbia




ATTENZIONE: sono stato contattato dal genilissimo direttore del locale, comunicandomi che è stata rinnovata totalmente la gestione del ristorante. Pertanto questa recensione non è da considerarsi più valida ed attuale. Quando farò nuovamente visita al locale scriverò le mie recensioni. Per maggiori dettagli guardate il suo commento.


Ascoltando Radio Siena sento la pubblicità di una Piceria a Lucignano d'Arbia, vecchio borgo a 15 chilometri da Siena. La pubblicità parla di questo ristorante che offre pici fatti a mano in 100 salse diverse. Dopo aver passato un piacevole pomeriggio a Montalcino a bere Brunello al bar "La Fortezza" di Rossano di cui sicuramente un giorno vi parlerò, decidiamo di fare cena in questo nuovo locale. Una volta dentro ci accomodiamo al nostro tavolo e decidiamo cosa mangiare. Apro il menu smanioso di leggere la vasta scelta di pici fatti a mano... stocazzo!!! La scelta non supera i 5/6 condimenti e i prezzi non sono per niente bassi. I secondi non li ho neanche presi in considerazione per l'elevato prezzo e per la scarsa scelta. Ordiniamo pici ai porcini con aroma di tartufo e pici gialli. Da bere un litro di rosso della casa sfuso a ben €10 e acqua naturale. Porca miseria, possibile che a 2 passi dal Chianti un litro di vino locale venga proposto a questo prezzo quando nella maggior parte dei posti viene venduto a metà se non meno?
Nell'attesa ci portano gentilmente 3 bruschettine all'olio nuovo che abbiamo molto gradito. Dopo qualche minuto arrivano i nostri pici: le porzioni sono giuste ma la qualità lascia molto a desiderare. Quelli ai porcini presentavano dei funghi molto abbronzati (leggi grigliati abbondantemente al limite della bruciatura) e il tartufo... quale tartufo??? Già nel menu si parlava di "aroma di tartufo", ma ho l'impressione che sia rimasto in cucina. Ancora peggio i pici gialli, ovvero pancetta, gorgonzola, zafferano e olio: prendete la pasta, mettetela nel piatto e versate una smodata quantità di olio a crudo fino a far scomparire la ceramica. Una pesantezza indimenticabile.
Non ci sono dubbi, non tornerò mai più in questo locale. I prezzi sono alti, i pici se sono fatti a mano sono penosi e il condimento è pessimo.

Voglio solo aggiungere che il mio è un giudizio personale e si basa su una sola visita. Non ho nulla contro i gestori o il ristorante in sé. Se qualcuno farà visita alla Grotta del Borgo mi lasci un commento per sapere cosa ne pensa, cosa gradita per ogni altro locale da me recensito.

Ambiente: 5/10 - Rinnovato di recente ma poco accogliente, direi nudo. Belli i bagni.

Servizio: 8/10 - Camerieri gentili. Finita l'acqua ne hanno subito portata dell'altra senza chiedere.

Pietanze: 2/10 - Mai mangiato così male. Unto e bruciacchiato sono i padroni. Inoltre la scelta è ben diversa da quel che dice la pubblicità.

Prezzo: 4/10 - Troppo cari, soprattutto perché abbiamo mangiato di merda! Inoltre 2€ di coperto per una tovaglietta di carta, posate e bicchieri è un furto. In totale abbiamo speso €44.

Ho pensato di inserire dei piccoli banner per prendere qualche spicciolo, come contributo per il mio impegno nella redazione del blog. Non tempesterò le pagine con le pubblicità, in quanto veramente fastidiose. Le troverete solamente tra la fine del post e i commenti.
Non posso dirvi di cliccare sui banner perché è vietato dal regolamento; quindi se volete darmi una mano dovete farlo di vostra spontanea volontà e per vostro interesse... grazie mille!

Osteria Bottega dell'Abate




La Bottega dell'Abate, osteria/ristorante, è vicinina a Castellina Scalo, a pochissimi chilometri dalla più nota Castellina in Chianti, in cui è impossibile per uno squattrinato come me fare cena poiché i locali hanno costi proibitivi (anche se il Ristorante "La Torre" meriterebbe una visitina...).
Trovare la Bottega dell'Abate è impossibile: non c'è un cartello, un'indicazione, una luce identificativa. Solo entrati nel cancello appare l'insegna, che al buio ovviamente è praticamente impossibile vedere.
Esternamente il locale si presenta molto bene: un vecchio casolare messo a nuovo fa la sua figura nel piccolo piazzale. Complimenti a chi ha fatto i lavori e a chi ha avuto l'idea di aprire un'attività in questa costruzione! Tutta questa perfezione mi ha fatto venire il dubbio che l'osteria fosse molto cara; nonostante ciò entriamo (eravamo in 3) con qualche sospetto. I tavoli sono pochi, in totale 30 posti o poco più anche se probabilmente d'estate i posti aumentano. I muri, tinteggiati di un color giallo ocra stile spatolato, sono illuminati da alcuni faretti. I tavoli, in legno massello, sono di varie misure: da 2 posti fino a uno molto più capiente. Le tovaglie non esistono, ma vengono usate le più pratiche tovagliette in carta gialla che adesso vanno molto di moda. Carina l'idea di usare bicchieri, piatti e brocche in terracotta. Al centro della sala c'è un bel bancone in marmo dietro a cui "abita" il cameriere. La cucina si trova in un locale adiacente.
Al nostro arrivo tutti i tavoli erano occupati e il cameriere ci ha fatto accomodare in quello grande insieme ad altre persone... e questo mi è piaciuto molto! Il menu non è ricchissimo ma presenta pietanze molto interessanti, in particolare i secondi. Venendo al nostro ordine, io solo soletto ho preso l'antipasto, ovvero un tris di bruschette miste: una all'olio nuovo, un'altra ai funghi e infine una con i fagioli. Quest'ultima non mi ha entusiasmato (il connubio non mi sembra tanto adatto), mentre le altre due erano semplici ma meritevoli, grazie anche a un pane adattissimo alla tostatura.
Veniamo ai primi: la mia ragazza ha scelto i tortelloni maremmani ricotta e spinaci conditi con salsa al tartufo. La porzione poteva essere un po' più abbondante ma sono stati letteralmente spazzolati via in un minuto. Alessandro ha optato per i classici pici cacio e pepe: io non gli ho assaggiati ma il fatto che non abbia mai alzato lo sguardo da quel piattone e che ogni 10 secondi sentivo un "mmmhhhh" testimonia il gradimento del mio amico. Io invece ho fatto bingo: tagliolini ai porcini. Il condimento non era molto gustoso, ma i tagliolini erano divini. Morbidi, cotti bene e in quantità industriale. Erano tanti, ma così tanti che anche io mi sono spaventato. Ovviamente gli ho finiti. La prossima volta li riprendo di sicuro, chiedendo però come condimento un bel ragù di carne oppure il tartufo.
Scegliere i secondi non è stata cosa facile perché tutto avrebbe meritato un assaggio: niente scaloppine, tagliate alla rucola e parmigiano o altre cose "banali", bensì ricette un po' alla vecchia miniera con un tocco di Toscana. Abbiamo ordinato stracotto al chianti, tasca di vitellone con ripieno di cinta senese e polpette con un nome strano che sinceramente non ricordo. Quest'ultime non hanno entusiasmato nessuno. Non dico che non fossero buone, però si trattava di ordinarie polpette al prezzemolo cotte nel pomodoro. Ben differente invece il discorso degli altri piatti: lo stracotto, forse un po' troppo forte di sapore di rosmarino, era morbidissimo, si scioglieva in bocca. Idem per il vitellone che probabilmente merita il primo posto: grande ricetta!
Come contorni patate sabbiose (ovvero patate cotte al forno con briciole fritte) e cipolline caramellate che a me proprio non sono piaciute. Infine abbiamo ordinato un assaggio di misto di dolci accompagnato da un buon vinsanto. C'erano castagnaccio, torta con la marmellata di albicocche, torta al cioccolato, cantuccini fatti a mano e una incredibile torta di mele, mai mangiata una cosa del genere, veramente indescrivibile da quanto era buona. Da bere acqua e un litro di vino rosso. Spesa totale €24 a capoccia.
Da sottolineare la gentilezza e la simpatia dello staff del locale, in particolare il giovane cameriere (proprietario?) a cui abbiamo rotto le scatole alle 21.30 di sera che si è messo a guardare con noi i libri della campagna Toscana a disposizione dei clienti.

Ambiente: 9/10 - Molto molto molto carino e ben curato.

Servizio: 9/10 - Gentili e simpatici.

Pietanze: 8/10 - Non tutto mi è piaciuto, ma se si sceglie bene è una goduria.

Prezzo: 8/10 - La spesa non è eccessiva, anche se un prezzo del genere è più facile trovarlo in centro a Siena

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mercoledì 14 novembre 2007

Olio aromatizzato

Durante un pomeriggio mi è venuta una voglia matta di preparare dell'olio aromatizzato per arrosti e soprattutto per bruschette. Non avevo un'idea precisa di come farlo, l'importante era riuscirci. Qualche mese fa avevo già provato e fallito perché non sapevo assolutamente che gli ingredienti da immergere devono essere assolutamente secchi, pena tanta muffa e tutto da buttare.
In casa avevo da parte una bella bottiglietta che conteneva liquore alle castagne dell'Amiata, adattissima allo scopo, ovviamente lavata e asciugata accuratamente. L'unico ingrediente secco utile che avevo in casa erano le bacche di ginepro, quindi non ci ho pensato due volte e ne ho messe dentro alcune. Volevo aggiungere anche aglio, rosmarino e salvia: per seccarli li ho messi per qualche giorno su un termosifone utilizzando uno scottex. Si sono seccati alla perfezione. Non ho fatto foto del procedimento perché preso dalla foga me ne sono scordato. Questo comunque è il risultato dopo pochi giorni.




A distanza di 3 settimane ho assaggiato l'olio ma gli aromi non si sentono poi molto. Aspetterò ancora qualche settimana ed eventualmente farò aggiunte.

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Ristorante l'Astronave a Scorgiano

Mercoledì 7 novembre ho avuto il piacere di tornare all'Astronave, ristorante situato a Scorgiano, nei pressi di Monteriggioni. Il nome deriva dal fatto che il locale è stato aperto nell'anno dello sbarco sulla luna.




Il locale, che dovrebbe essere una ex discoteca, è disposto in un unico salone ed è essenzialmente brutto e soprattutto vecchio: i pavimenti sono di una specie di travertino spezzettato con le fughe verdi assenzio, una meraviglia! Il muro è tappezzato da perlinato in plastica effetto finto legno. La parete che dà sull'esterno è formata da enormi finestroni e l'illuminazione è fornita da dei neon: entrambi gli elementi potrebbero benissimo stare in un ufficio. I tavoli, molti, sono semplicemente apparecchiati: su questi spicca una sottotovaglia verde, che ovviamente si deve intonare con le "splendide" fughe.



In fondo al salone c'è la buia cantina, chiusa dietro a un enorme cancello in ferro battuto. Nonostante l'arredo lasci a desiderare sia come aspetto, sia come età, il locale è pulitissimo. L'unica parte nuova sono i bagni dove devi fare tutto in fretta e furia altrimenti il timer della luce ti lascia al buio obbligandoti a sbracciare nella speranza che la fotocellula ti veda.
Veniamo ora al cibo. Il menu è essenzialmente casalingo. Troviamo sia piatti di carne, sia di pesce ma quest'ultimi sono surgelati. Noi eravamo in 4 e abbiamo preso 2 antipasti composti da crostini ai funghi tipo trifolati, crostini neri di fegato, salame e prosciutto. Gli affettati erano tutto sommato piacevoli, i crostini di funghi a me sono piaciuti anche se non molto saporiti, mentre quelli neri lasciavano un po' a desiderare.




I primi sulla lista saranno circa una decina ma ne abbiamo ordinato solamente due porzioni: una di tagliatelle ai funghi e una di ravioli al ragù di carne. I primi mi hanno piacevolmente sorpreso: nonostante il condimento fosse praticamente quello dei crostini a parte l'aggiunta di pomodoro e poco più, si sposava perfettamente con la pasta fatta sicuramente da loro. Un piatto nella sua banalità da spazzolare via in 2 minuti. Non posso dire la stessa cosa dei ravioli: nonostante il sugo un po' forte e con sapore leggermente da bruciato ma tutto sommato buono, la pasta non era delle migliori. Sicuramente veniva da una busta di quelle da banco frigo di qualità non alta. Nota positiva le porzioni, moooolto abbondanti tanto da mangiarci quasi in 4.
Ora veniamo ai secondi, ovvero il motivo per cui vado sempre volentieri all'Astronave. Il menù propone la grigliata mista, salsicce, bistecchine di maiale, rosticciana, pollo alla griglia e la fiorentina. Abbiamo preso quest'ultima per 2 persone e il pollo. La bistecca era troppo cotta, le volte precedenti era sensibilmente migliore; nonostante ciò la carne era morbida, succosa e saporita, grazie anche alla drogatura. A dire il vero la fiorentina andrebbe solamente salata e pepata a fine cottura, quindi niente intingoli, oli, spezie... ma a me piace anche così. Il pollo invece si merita una semplice sufficienza. Per accompagnare il tutto abbiamo ordinato due porzioni enormi di patatine.
Per concludere una normalissima fetta di crostata di ciliegie e un immangiabile salame di cioccolato molto secco. Da bere un paio di bottiglie di vino una di acqua e 2 caffè. Spesa totale €75
L'Astronave è un ristorante in cui vado sempre volentieri anche se bisogna assolutamente essere muniti di auto. Non è un posto romantico e neanche raffinato, infatti è facile trovare cene aziendali o tra amici. D'estate, nonostante vengano aggiunti molti tavoli all'aperto, è bene prenotare.

Ambiente: 4/10 - Come detto vecchio e brutto. Meglio che decidano di non restaurarlo altrimenti i prezzi si alzano.

Servizio: 7/10 - Un cameriere ci ha serviti con pazienza e un po' di inesperienza visto che lavora da poco.

Pietanze: 8/10 - La carne fa da padrona. Il resto dei piatti invece devono essere scelti.

Prezzo: 6/10 - Non male anche se, essendo abbastanza fuori Siena, dovrebbe essere un po' più economico.

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mercoledì 24 ottobre 2007

Vi racconto una storiella su un certo Alfredo

Chiacchierando in msn con una ragazza napoletana che da poco vive in California, vengo alla scoperta di varie nefandezze culinarie degli States. In particolare parliamo di un prodotto tipicamente italiano che noi tutti "ovviamente conosciamo": Alfredo Sauce. In pratica i cari cittadini americani credono che questo condimento vada sulla pasta, in particolare fettuccine e tortellini e soprattutto sono convinti che sia un prodotto tipico italiano!!! Ma che è sta storia? Il bello è che ne sono pure entusiasti e ne decantano mille doti organolettiche. Girovagando per il web ho trovato queste righe: "There is an Italian retaurant that my husband and I just happened upon. It's the real deal, owned and operated by an Italian family." In pratica questa signora dice che suo marito è stato in un ristorante gestito da una famiglia italiana e ha mangiato le fettuccine Alfredo. Il testo prosegue dicendo che erano così buone tanto da cercare di riprodurne la ricetta.
Io vorrei capire chi ha detto agli americani (e chi sa a quale altra popolazione) che noi in Italia mangiamo questa roba somigliante al Vinavil. Volete vedere con cosa è fatta? Nessun problema, scrivo anche una delle varie ricette trovate sul web:
1/4 cup butter
1 cup heavy cream
1 clove garlic, crushed
1 1/2 cups freshly grated Parmesan cheese
1/4 cup chopped fresh parsley

che in italiano vuol dire

1/4 tazza di burro
1 tazza di panna pesante (???)
1 spicchio d'aglio tritato
1 1/2 tazza di Parmigiano grattato fresco
1/4 tazza di prezzemolo fresco tritato

Non so che roba sia l'heavy cream, forse una specie di panna. Per il resto nessun problema, anche se non so che Parmigiano possano avere in America.
La cup (o tazza) è un'unità di misura volumetrica e non di peso che corrisponde a 0,23 litri. Basta quindi usare un recipiente graduato e il problema è risolto. La ricetta dice di ammorbidire il burro, aggiungere la panna e mescolare per 5 minuti. Successivamente aggiungere l'aglio e il formaggio e mescolare velocemente. Un giorno la faccio fotografando il tutto, giuro!
Spulciano con google ho trovato molte altre ricette: alcune vogliono Parmigiano e pecorino romano (ma dove cavolo lo trovano il pecorino romano?), altre mix di latte e panna ma tutte hanno l'aglio perché gli americani sono convinti che noi mettiamo l'aglio dappertutto. Ah, alcuni pensano che noi facciamo pranzo con il cappuccino!

Altro tipico prodotto italiano che noi chissà per quale strano motivo non conosciamo è il Pepperoni. Che roba è? Voi direte "facile, peperoni". E invece no! E' un salame color rosso Ferrari "tipicamente italiano". Guardate su google per capire.

E' triste pensare che milioni di persone siano convinte che noi mangiamo prodotti inesistenti dalle nostre parti. Ma che ci vuole a proporre un buon piatto di penne al pomodoro e basilico? Sicuramente la Barilla arriva in America e credo che lo stesso valga per i pomodori pelati. E invece no, bisogna creare prodotti inventati da chissà chi e mettere sul barattolo una bella bandiera italiana. Purtroppo la cosa è sicuramente bilaterale, nel senso che anche qua in Italia i vari prodotti cinesi, messicani & co. sono inesistenti nei relativi paesi d'origine. A me piace sperimentare piatti esteri, però voglio mangiare piatti veri. Una volta sono stato a Londra a pranzo nel quartiere cinese in un locale dove mangiavano solo cinesi (che guardavano me e altri due miei amici come se fossimo stati alieni): il cibo non era minimamente somigliante a quello che si mangia nei tipici locali italiani. Martina, la mia ragazza, mi ha detto che in Austria i ristoranti cinesi cucinano con molto pepe. In pratica la cucina viene adattata al paese di destinazione, snaturando del tutto la semplicità e la bontà dei piatti. A questo punto è molto meglio farsi un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino che non saranno gradevoli al/la partner per via dell'alito, ma sono sicuramente semplici, buoni e soprattutto italiani!

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mercoledì 17 ottobre 2007

Ristorante Pizzeria il Ponte: quando l'olio è di casa




Nel fine settimana appena passato io, Martina e un mio amico siamo andati ad Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata. Purtroppo siamo dovuti partire in tarda serata, quindi per cena ci siamo fermati nell'unico ristorante/pizzeria di Ponte d'Arbia, vicino a Buonconvento. Il locale si trova subito dietro a una curva e l'uscita dal parcheggio è abbastanza pericolosa. Una volta parcheggiata la macchina nel piazzale a sterro siamo entrati: le pareti color rosso film porno ci hanno dato il benvenuto.
Il locale è disposto su due piani: al primo ci sono i tavoli, la cassa e la cucina in una stanza separata, mentre al secondo troviamo altri tavoli e il bagno. E' stato divertentissimo lavarsi le mani perché la distanza tra l'erogatore del sapone e il lavandino è ridottissima.
Una volta seduti ci hanno portato i menu e un cestino con dei pezzi di focaccia fatti a quadrottini: non male come sapore ma piuttosto unti tanto da essere praticamente fritti sotto... e questo è un presagio.
Una volta deciso cosa ordinare, abbiamo aspettato pazientemente la cameriera che ha servito chiunque altro prima di noi. Nel frattempo una coppia di anziani hanno mangiato un piatto di pasta al pomodoro e un petto di pollo ai ferri. Ora mi domando: ma se devi mangiare queste cose, che ca**o vai a fare al ristorante? Vabbè, fatti loro.
Finalmente ordiniamo le nostre pizze: io prendo una maialona (che nome, eh!) cioè con salsiccia, prosciutto, wurstel, salamino a cui io ho fatto aggiungere della cipolla per alleggerire il tutto. Martina, per controbilanciare il mio alito, decide per una tonno e cipolla. L'altro commensale una wurstel e salsiccia. Dopo pochi minuti arrivano i nostri piatti e vedo subito che qualcosa non va. Nonostante nel menu si vantino di avere il forno a legna come sinonimo di qualità, le pizze sono indubbiamente stese con il mattarello: il cornicione è bassissimo e il disco è estremamente regolare e molto sottile. Al momento del taglio scopro altri orrori: l'impasto è stato lievitato di fretta e furia (pizza cotta sopra e sotto ma cruda nel centro con alveolatura assente), i wurstel avevano qualche giorno di troppo e l'impasto era insipido. La cipolla è stata messa a crudo prima dell'infornata ed è stato aggiunto un abbondante giro d'olio che sapeva di vecchio e fritto per via della cottura. Ancora peggio la pizza di Martina: il tonno, del peggior discount, non è stato praticamente sgocciolato e ad ogni fetta l'olio cadeva in abbondanza sul piatto. Che schifo!!!
Il bello è che fanno i simpatici sul menu, con frasi del tipo "non chiedete il calzone il sabato sera perché ci vuole troppo tempo a farli e il pizzaiolo si incazza". Probabilmente lo stesso menu è quello del vecchio proprietario: persona fuori di testa ma estremamente simpatica e vivace. Ero stato in questo ristorante 3 anni fa e non posso dirvi cosa mi ha detto il proprietario quando ho ordinato la maialona.
In conclusione non mangiate la pizza in questo locale se non volete sorbirvi un pasto mediocre e una possibile nausea dopo cena. Magari i primi e i secondi sono squisiti, chissà... Ah, non ordinate neanche il caffè, non dico altro.

Ambiente: 6/10 - Niente di speciale, un normalissimo ristorante.

Servizio: 6/10 - La cameriera è stata molto gentile anche se ci ha serviti un po' tardi.

Pietanze: 3/10 - Parlo solo per la pizza: unta, lievitata male e condita peggio.

Prezzo: 6/10 - Nella media.

P.S. Avevano finito i bigliettini, perciò ho usato la bustina di zucchero per le immagini.

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lunedì 1 ottobre 2007

Ristorante mezzavia





Dopo essere stato a visitare la stupenda Val Sarentino, luogo fiabesco che merita assolutamente di essere visitato (ci manca solo Heidi!), ho avuto il piacere di fermarmi in questo locale dove la cuoca cucina tutto a mano: dalla pasta ai dolci. Ho assaggiato lo strudel di mele e la rolade, dolci tipici altoatesini. Wow!!! La signora è proprio un fenomeno in cucina. Avete presente quei dolci morbidi, cremosi al punto giusto che entrano in bocca e piano piano appagano ogni singola papilla gustativa? Ci siamo capiti.
C'è anche da dire che in Alto Adige c'è una cultura dei dolci, sono buono praticamente ovunque. La pecca è che quasi tutti hanno noci, mandorle e simili... peccato che io sia allergico alla frutta secca.

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Uno spuntino dai Carrettai




Nel centro di Bolzano, che per la cronaca è poco più grande di una Panda e una 500, c'è un simpatico posto: Dai Carrettai. Il locale è una specie di osteria in cui si servono svariati tipi di tartine e vino. La particolarità è che è tutto self service: le tartine sono in più vetrine mentre il vino, bianco e rosso, è alla spina. Ho bevuto un bicchierino di rosso e non era un granché, anzi...
Le tartine invece erano lodevoli: il pane, tagliato a fette da degli sfilatini, è morbido ma allo stesso tempo con la giusta consistenza mentre le guarniture saporite e nella giusta quantità. Ce ne saranno 15 tipi: salame e formaggio semi stagionato, prosciutto al forno e gorgonzola, con le chele di granchio fritte e altri tipi che onestamente non ricordo.
Il locale è in un'unica stanza, i tavoli sono tutti in legno e, nonostante l'arredamento spartano, l'ambiente risulta ordinato e ben curato. La nota dolente è il prezzo: 3 crostini e un bicchierino (e dico ino) di vino 4€ in totale. Sinceramente una tartina 1€ mi sembra tanto! Va bene che non sono piccole e ben guarnite, però a mio parere andrebbero dimezzate di prezzo.
Non so se il locale alla sera propone primi piatti o pietanze del genere, comunque è un ottimo luogo per un aperitivo e/o per uno spuntino pomeridiano. Attenzione che una tartina tira l'altra e si fa veloci veloci a spendere 10€.

Ambiente: 8/10 - Semplice ma è quel che ci vuole per un locale del genere.

Servizio: nd - Alla fine è tutto self service escluso per la birra e per pagare.

Pietanze: 9/10 - Le tartine sono ben guarnite e disponibili in ogni sorta.

Prezzo: 3/10 - 1€ una tartina è troppo.

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martedì 25 settembre 2007

Bozner Bier, ossia Birra di Bolzano




Hopfen è una birreria di Bolzano. La particolarità è che la birra la producono nel locale e precisamente 3 tipi: helles (bionda), dunkel (scura) e weisse (di frumento). Non voglio mettermi a giudicare le bevande ma posso solo dire in modo del tutto superficiale che la prima è estremamente beverina (leggi molto acquosa) e povera di luppolo da amaricatura, la seconda è più marcata sia come sapore sia come amaro grazie anche a malti tostati, mentre la terza è molto più raffinata e sprigiona sentori di banana e soprattutto mela (sarà perché siamo in Alto Adige) mentre il gusto persiste a lungo senza essere invadente; in poche parole la trovo un'ottima birra al contrario delle altre. I prezzi sono più bassi dei soliti Irish pub.
Nel locale vengono inoltre serviti primi piatti sia tedeschi, sia italiani. Purtroppo la nostra lingua non è il forte della casa: cucinano il peto d'anatra!!! Non ho avuto modo di assaggiare niente di solido, però ho visto portare abbondanti porzioni in padelle ramate e alla vista il tutto sembrava delizioso. La particolarità è che in Alto Adige i tedeschi iniziano a fare cena anche alle 17.30, cosa che per me equivale alla merenda.
In questi giorni avrei voluto fare anche un salto alla fabbrica della Forst per una visita ma sono possibili solo a luglio e agosto, peccato.

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domenica 16 settembre 2007

Massi pesca... e Gioia frigge!

Io e Martina abbiamo passato 3 giorni a Follonica, in provincia di Grosseto. Il tempo non è stato clemente, infatti sono riuscito a fare un solo bagno nel golfo di Baratti, zona etrusca a mio parere bellissima, in particolare per il mare e il panorama. Mica scemi gli etruschi!
Io ho un appartamento a Follonica e nel quartiere di Senzuno ho scoperto lo scorso anno per caso questa bancarella.





In pratica è una pescheria ambulante che funge anche da friggitoria. Abbiamo acquistato una spigola e un'orata (un kg in totale) da fare al cartoccio e una bella frittura di totani e gamberi per due persone. Ci potevo mettere pure un po' di paranza ma non mi piace moltissimo. Questo è il risultato:




La frittura era buona, gustosa e cotta molto bene; forse un poco unta. Non ho osato aggiungerci del limone perché secondo me ammazza la frittura, come lo zucchero nel caffè che io bevo rigorosamente amaro. I pesci da cuocere gli abbiamo pagati 10€ in totale e la frittura 13€. Ogni volta che vado a Follonica è un appuntamento fisso!

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lunedì 10 settembre 2007

L'Oktoberfest di settembre




Venerdì 7 settembre, non sapendo cosa fare siamo andati a mangiare alle Ville di Corsano, paese in cui annualmente si svolge l'Oktoberfest. Il cibo, a detta dell'organizzazione, è importato da Monaco, stessa cosa per la birra che viene servita nei classici boccali da un litro per mezzo di simpatiche botticelle di legno. Abbiamo mangiato un po' di tutto: gulasch, maiale arrosto, crauti, patate, sformato di non so che cosa e io tanti deliziosi bretzel. Non è stata una sagra molto economica e neanche strepitosa: cibo nella media, animazione assente. Sicuramente deve essere organizzata in un altro modo. Il sabato seguente, dopo essere stato all'Acqua Borra, sono tornato a bere un paio di birre e c'era il concerto degli Ottocoperti, un gruppetto locale che però fa sempre ballare un sacco di gente nelle varie sagre a cui partecipano. Devo dire che mi sono divertito.

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domenica 9 settembre 2007

Cena sul lago all'Acqua Borra




La mia teoria è questa: più un locale è brutto e meglio si mangia. Il mio pensiero è avallato da una specie di ristorante/bar che si trova al lago dell'Acqua Borra su cui si pratica pesca sportiva. Avete presente una bettola, una baracca, un pollaio... no ora un pollaio no, però un posto non proprio accogliente? Ecco, questo è dove sono stato a mangiare ieri sera. Voi direte "c'è il lago, è un bel posto". E invece no! Fa cacare però si mangia bene e alla buona, come piace a me. Il locale ha circa 40 posti al coperto più molti altri fuori. Il menu è fisso: si mangia quel che c'è e la carne alla brace c'è sempre per fortuna. Eravamo 4 persone e abbiamo mangiato: crostini di fegato e milza e crostini con salsiccia e formaggio fuso. Per primo un bel vassoio di penne al ragù di carne senza grandi pretese ma che sono finite, quindi erano buone. Di secondo una bella grigliata mista (costoleccio, salsicce, fegatelli, mancavano purtroppo le bistecchine) accompagnata da una vassoiata enorme di patatine fritte. Da bere acqua per la mia ragazza e vino a volontà per noi 3 maschietti. La cosa bella è che il vino non lo abbiamo mai chiesto: appena arrivati era già sul tavolo e non appena finiva qualcuno ce ne portava ancora. La carne purtroppo era un po' troppo cotta; i fegatelli erano buonissimi! Per concludere tra tutti 3 caffè, 5 grappe e 2 amari. Spesa totale? 13€!!! Considerando che abbiamo mangiato come bufali e bevuto come alpini direi che è una cifra super onesta.
Ero già stato qua il 31 agosto e avevo mangiato una delle grigliate più buone della mia vita, quindi vi consiglio di farci una visitina. Io di sicuro ci ritorno!

Ambiente: 1/10 - E' una baracca di legno che crea un'unica stanza.

Servizio: 8/10 - E' un po' particolare, sicuramente non raffinato ma molto divertente, diciamo amichevole. Andateci e lo scoprirete. La sorpresa è garantita.

Pietanze: 7/10 - La carne è il piatto forte del posto mentre il resto non è nulla di speciale, molto casalingo

Prezzo: 10/10 - Meno di così non è possibile!

Ho pensato di inserire dei piccoli banner per prendere qualche spicciolo, come contributo per il mio impegno nella redazione del blog. Non tempesterò le pagine con le pubblicità, in quanto veramente fastidiose. Le troverete solamente tra la fine del post e i commenti.
Non posso dirvi di cliccare sui banner perché è vietato dal regolamento; quindi se volete darmi una mano dovete farlo di vostra spontanea volontà e per vostro interesse... grazie mille!

mercoledì 5 settembre 2007

Vacanze romane: Porca Vacca


Immagino che il titolo sorprenda, ma Porca Vacca è il ristorante/pizzeria in cui siamo stati a cena lunedì. Il locale, situato vicino alla stazione di Termini, oltre a varie pizze, mette a disposizione una vasta scelta di carni da fare alla brace: bistecche, fiorentine, tagliate ecc. ecc. Io e Fabio abbiamo preso un crostone al lardo di colonnata e poi insieme a Martina e Giovanna una tagliata a testa. E' possibile scegliere tra vari tipi di carni differenti (nazionale, Danese, Irlandese, Argentina e altre che non ricordo) con condimenti differenti (rucola, parmigiano e pomodorini; porcini; lardo di colonnata oppure semplice). Abbiamo ordinato 3 tagliate argentine e una irlandese condite da rucola, pomodorini e scaglie di parmigiano. La carne viene servita su pietre ollari per mantenere il tutto in caldo. Secondo me è una scelta discutibile perché la carne continua a cuocere per molto tempo e sarebbe più adatto portare un piatto di servizio in modo da togliere i vari bocconi prima che questi perdano tutto il succo.
La carne era morbidissima, succosa e ben saporita: una delizia! Se tornassi indietro prenderei sicuramente un filetto con olio e pepe perché il locale mette a disposizione dei clienti un filetto di elevata qualità che merita di essere mangiato da solo.
Per riassumere abbiamo ordinato 2 crostoni, 4 filetti, 4 contorni, 2 litri di acqua, mezzo litro di vino e una coca e in totale abbiamo speso 120 Euri (è plurale e si dice Euri, ok?!?).

Ambiente: 7/10 - Semplice e ordinato. Manca a mio avviso di personalità.

Servizio: 9/10 - Rapidi e gentili. Ho chiesto informazioni sulle carni e il cameriere mi ha detto di tutto.

Pietanze: 8/10 - Le porzioni dei filetti erano abbondanti. L'unico problema è che bisogna mangiare di fretta, altrimenti la carne si cuoce troppo.

Prezzo: 9/10 - Sempre considerando che siamo a Roma e considerando soprattutto che abbiamo mangiato ciccia direi che sono stati onesti.

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Vacanze romane: la Fraschetta

Il giorno seguente dopo una dormita profonda ci siamo trovati alla 13 per andare all'Olimpico per Roma-Siena. Dopo un secco 3 a 0 per una Roma imprendibile e dopo un riposino in stanza siamo partiti per Ariccia, piccolo paese nella zona dei Castelli romani, a pochi chilometri da Genzano. Questa zona è ricca di fraschette, una specie di osterie che in passato erano luoghi in cui la gente portava il cibo da casa e beveva il vino in vendita nelle fraschette stesse. Adesso è possibile mangiare una quantità smisurata di antipasti: salumi di ogni sorta, porchetta, mozzarelle, formaggi, sottoli, sottaceti, le famose coppiette equine e pane casereccio. Posso assicurare (e ve lo dice uno che mangia tanto) che è difficile arrivare ai primi, impossibile ai secondi, data l'abbondanza. Ho ordinato per principio un piatto di bucatini all'amatriciana che però ho lasciato là dopo 5 forchettate perché ero pieno fino all'ultima tacca della gola. Abbiamo bevuto qualche bottiglia di un vino del posto: un rosso frizzantino dolce che è andato giù come il succo di frutta alla pera nonostante gli 11°. In 5 abbiamo speso 100€ in tutto. Che mangiata!!!
Non posso dare giudizi specifici perché non so in quale fraschetta sia stato. Posso sicuramente dire che mi sono trovato molto bene e sconsiglio a chiunque di andare il sabato a cena perché quando siamo stati noi (domenica in tarda serata) era praticamente tutto pieno. Sicuramente da provare, sia per l'ambiente rustico, sia per la gente del luogo.

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Vacanze romane: Old Bear



Dopo un riposo in albergo ci siamo trovati la sera per cena con Fabio e Giovanna (la sua ragazza) e siamo andati in uno dei locali più carini che abbia mai visitato: l'Old Bear. La taverna/pizzeria/birreria è situata in un ex convento ed è disposto su due piani più i tavoli fuori ed è vicinissimo a Piazza Navona, quindi anche il turista più rincoglionito è in grado di trovarlo. Il menù offerto è certamente non comune e si possono trovare piatti che raramente vengono presentati in altri posti. Io ho ordinato il timballo con zucca, speck e provola affumicata che è stato servito in un contenitore di terracotta altamente ustionante. Che dire... delizioso, ma così delizioso, che Martina se l'è mangiato metà nonostante i miei inutili sguardi minatori. Come secondo ho ordinato un filetto al pepe verde che era morbido come il burro. Credo che ci sia lo zampino di Feroci (macelleria di Roma che vende carni squisite). Come contorno patate al forno. Fabio mi ha fatto assaggiare l'insalata di spinaci con guanciale e parmigiano. Come si evince dal nome è un piatto con spinaci freschi su cui sono adagiati il guanciale cotto, il parmigiano e una salsa a bianca a base di yogurt: molto semplice ma posso assicurare che è uno dei contorni più buoni che abbia mai mangiato. Da bere acqua e una Staropramen, birra della Repubblica Ceca a bassa fermentazione. Nonostante il sito dica che la spesa media si aggiri sui 15/20€ noi ne abbiamo spesi 33 a testa; è stato un piacere darglieli anche perché ho mangiato in abbondanza.

Ambiente: 10/10 - A me piace tantissimo. E' accogliente, ben curato, pieno di orsacchiotti e bellissimo secondo il mio parere.

Servizio: 7/10 - Nella media

Pietanze: 9/10 - Tutto molto ma molto buono

Prezzo: 9/10 - Rispetto a Siena i prezzi sono alti ma rispetto a Roma assolutamente no! C'è da sottolineare che sono ancora in vigore i vecchi prezzi in Lire convertiti in Euro. Bravi!!!

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Vacanze romane: introduzione

Dopo molto tempo torno a scrivere. Ho da pubblicare molte recensioni ma il tempo e la voglia mancano: ho il pc da una parte, lo scanner per acquisire i biglietti da visita dei ristoranti dall'altra e Tiscali ogni tanto decide di farmi girare le palle. Inoltre ho avuto di meglio da fare, come in questi giorni a Roma. Infatti da sabato a martedì io e la mia bella siamo stati ospiti (a pago, sia chiaro!) dalle suore in un ambiente piccolo ma allo stesso tempo accogliente e molto pulito. Appena arrivati a Roma ci è venuto a prendere in auto Fabio, mio amico romano, il quale ha avuto la buona idea di farci da Cicerone: abbiamo visto tutti i principali monumenti di Roma by car in circa un'ora: delirio! Avete presente quando la prof. di matematica inizia a spiegare le derivate mentre voi pensate al campionato o ancor meglio a qualche bella ragazza? Una cosa del genere. Se in più aggiungiamo una notte insonne dovuta a due cani che si rispondevano per l'intera notte a distanza di 300 metri... vabbè... questo non c'entra nulla con il blog. Dicevamo, dopo il tour ci siamo fermati da Mizzega, una pasticceria siciliana in cui ho mangiato un ottimo arancino. La vetrina è piena di bontà sicule iper caloriche. Se passate nei dintorni fateci un salto.

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mercoledì 27 giugno 2007

La mia prima recensione: osteria pizzeria La Capannina a Scalvaia



Ho da parte su un altro pc qualche altra recensione già fatta tempo addietro, però voglio cominciare con una fresca fresca. Domenica scorsa ero in giro con la mia ragazza e i suoi genitori a San Galgano, bellissima abbazia in provincia di Siena. Dopo ci siamo recati a Monticiano, paese natale di Moggi (che culo, eh!). A circa 15 km c'è un altro paesino piccolo piccolo e brutto brutto, che si chiama Scalvaia. Lo conosco perché un mio amico ha la casa. Incredibilmente c'è un bel ristorantino/pizzeria: La Capanna. L'ambiente non è molto spazioso (saranno neanche 30 posti a sedere dentro) ma molto carino e accogliente. C'è pure un piccolo camino in cui d'inverno fanno carne alla brace. Esternamente c'è un giardinetto in erba ben tenuto, con qualche altro tavolo per la bella stagione.
Abbiamo ordinato 2 porzioni di tagliolini al tartufo, una porzione di tagliatelle al cinghiale, una porzione di salsicce con fagioli all'uccelletta e una di spiedini di maiale e pollo. Da bere un litro di acqua e un litro di vino rosso della casa. Io ho avuto il piacere di mangiare i tagliolini e gli spiedini. I primi erano delicati e buonissimi: una favola! Gli spiedini erano molto morbidi e insaporiti con foglie di alloro e un po' di peperoncino. All'inizio il sapore mi ha lasciato un po' perplesso perché lievemente aggressivo ma dopo qualche morso mi sono ricreduto, tanto che alla fine oltre a fare la scarpetta con il sugo rimasto sul piatto mi sono pure ciucciato le foglie di alloro! Non è elegante ma dovevo assolutamente farlo.
Le pizze, che non abbiamo preso, sono cotte in un forno elettrico a doppia camera. Le ho viste di sfuggita e mi sono sembrate decenti, ma di più non so dire.
Le porzioni sono nella media, come il prezzo: 55€ in totale. Voto: 8/10

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martedì 26 giugno 2007

E' tempo di zucchine e di Linux

Non c'entra un bel niente, ma in questi giorni ho installato Feisty, l'ultima versione di Ubuntu. Per chi non lo sapesse sto parlando di Linux. Non sapete cos'è Linux? E' un sistema opearativo gratuito. Non sapete cos'è un sistema operativo? In soldoni è quel programma che fa funzionare tutti i programmi nel computer (vedi Windows). Non sapete cos'è un computer? Beh... qualcosa non torna :-) Comunque questa versione di Ubuntu è bellissima, facilissima e molto intuitiva. Sicuramente molto ma molto meglio di Windows Xp. In un paio di giorni ho già imparato tutti i comandi basilari e qualcosa di più avanzato. Se vi interessa potete scaricare il cd live, ovvero un cd che vi permette di provare Ubuntu senza installarlo e senza fare danni sul proprio computer. Se siete interessati cliccate qua.

Siamo alle soglie dell'estate e quest'anno ho deciso di piantare qualche ortaggio nel mio mini giardino: 8 piante di pomodori che fanno frutti ma ancora non sono maturi, 2 di cetrioli, una di peperone, una di melone che cresce a dismisura, una di peperoncino piccante e 2 di zucchine. Quest'ultime sono le uniche che mi danno qualche soddisfazione, ovvero fruttano e bene. Se avete uno spazio, anche piccolo in cui piantare zucchine e pomodori fatelo! E' un altro gusto rispetto a quelli che si comprano, non potete neanche immaginare. Con un paio d'euro ho preso un bel po' di piantine miste al mercato. Basta dare tutti giorni l'acqua e dare un po' di verde rame e la natura fa il suo dovere.

Stamattina ho raccolto un paio di zucchine e dopo l'enorme sforzo per aver tagliato 2 e dico ben 2 cucurbitacee (ed ecco il termine "tecnico" da sborone) forse un po' troppo cresciute, ho deciso di fare una ricettina veloce e facile, cioè un condimento per il riso, ma buonissimo anche con la pasta, specialmente quella all'uovo. Veniamo agli ingredienti:
Zucchine (ma va?) più eventuali fiori
Cipolla
Basilico
Salsiccia fresca di maiale
Basilico
Olio evo
Vino bianco (che non ho messo nella foto perché è di quello nel cartone e mi vergogno)
Sale e pepe





In una piccola pentola ho versato un filo d'olio, la cipolla fatta a pezzettini e la salsiccia spellata e spezzettata e ho acceso il fornello.


Ho girato di tanto in tanto con un cucchiaio e nel frattempo ho lavato e fatto a pezzetti la zucchina. Alla fine ne ho usata una sola, più che sufficiente.




Dopo qualche minuto e varie girate di cucchiaio la cipolla si è dorata e la salsiccia cotta.




A questo punto ho aggiunto il vino bianco (se così si può definire quel liquido nel tetrapak) e ho fatto sfumare; poi ho aggiunto le zucchine e le foglie di basilico spezzate a mano. Mi raccomando non tagliate mai il basilico con il coltello perché diventa nero.



Ho dato un paio di girate con il cucchiaio e ho coperto la pentola lasciando una fiamma vivace. Ogni tanto è necessario mescolare per non far attaccare (ehm ehm... un pochino mi si è attaccato, ma nulla di grave). Le zucchine a me non piacciono troppo cotte quindi un quarto d'ora è più che sufficiente. Quasi alla fine ho aggiunto i fiori puliti e privati del pistillo.




Ed ecco il tutto a cottura ultimata. Probilmente andava cotta un po' meno, ma va bene anche così



Nel frattempo ho messo il riso a bollire, poi l'ho versato nella pentola in cui ho fatto ultimare la cottura. Ovviamente ho mangiato dalla pentola perché sono pigro e odio lavare i piatti.




Voglio sottolineare che utilizzando le zucchine dell'orto il sapore è ben diverso rispetto alle zucchine comprate al supermercato. Pensate che non ho praticamente aggiunto sale perché la salsiccia già di suo è salata e la zucchina è molto gustosa.

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venerdì 15 giugno 2007

Impariamo a fare la... PIZZA




Alzi la mano a chi non piace la pizza (sembra la pubblicità della Coca Cola light). Bene, a parte chi non l'ha alzata perché gli fa schifo (maledetti!) e a parte i poveri celiaci che non possono mangiarla e a cui il 99% del mondo gastronomico ha fatto un pernacchione nel muso piuttosto che trovare reali alternative, la maggioranza di voi sarà interessato a questo articolo.

La pizza ha una storia molto antica ma sulla mia tavola ne ha una molto breve, nel senso che non fa tempo a uscire dal forno che è già finita!
Mia nonna per farla usava 82 ettolitri di olio, la farina della coop e mezzo cubetto di lievito. Per carità, non era cattiva, però era pesante come un campanaccio di una chiesa e soprattutto la ruttavo per 2 giorni; se poi ci metteva la salsiccia...
Il mio intento è quello di fare una pizza stile napoletana in casa, quindi con un bel cornicione alto, morbida dentro e fragrante fuori.

Regole base: lavarsi le mani, usare solo farina di qualità, acqua, lievito fresco, sale e olio evo. Quindi niente latte, patate lesse, strutto. Se poi volete metterceli fate pure, tanto io la vostra non la mangio mica!

La "formazione tipo" per fare la pizza è la seguente: impastatrice elettrica o manine, farina (io uso la LoConte per pizza, ottima!), sale, acqua, bilancia, scodella, strofinaccio pulito e setaccio (uso il colino).




Dosi: L'acqua deve essere circa il 65% della farina (dipende dal tipo). Per ogni litro di acqua si usano circa 5 grammi di lievito (d'estate di meno, d'inverno a volte di più; ciò dipende anche da quanto tempo deve lievitare l'impasto) e 50 gr. di sale fino. Per l'olio vado ad occhio, ne metto giusto un filo a fine impasto. Ogni pallina per pizza (paniello) deve pesare circa 200 gr, ma ciò è a piacimento.

Procedimento: alle 16 ho preparato l'impasto per 6 pizze, quindi 1200 gr. in totale. Ho dosato 750 gr. di farina setacciandola con il colino.



Bene, dopo aver buttato mezza farina di fuori perché è un casino fare una foto con una mano mentre con l'altra sbattete un colino cercando di fare centro, ho messo nell'impastatrice un pezzettino di lievito di birra fresco (se è scaduto o vedete che non è più buono buttatelo!!!) grosso come un chicco di mais (sarà circa un grammo), l'ho rotto in più parti e poi ho aggiunto 450 gr. di acqua fredda di rubinetto. Non mettetela calda, a meno che non vogliate una lievitazione super accelerata.




Ho dato un paio di giri di impastatrice per quanto si mescolasse il lievito e ho aggiunto metà della farina.



A questo punto ho impastato per 5 minuti ottenendo una specie di crema.




Ho aggiunto il sale e man mano la restante farina facendo attenzione che si assorbisse tutta mentre la versavo. Alla fine ho aggiunto l'olio evo. Questo procedimento non dovrebbe durare più di 10 minuti, anche se io ne avrò impiegato almeno 15. Ho poi tirato fuori l'impasto e gli ho dato una passata a mano perché non mi sembrava sufficientemente omogeneo.




Intorno alle 17 l'ho messo nell'insalatiera in cui avevo versato la farina e l'ho coperto con uno strofinaccio bagnato e strizzato. Se non lo fate l'impasto mette una crosticina fastidiosa dovuta all'evaporazione.





A questo punto ho fatto riposare il tutto per 2 ore (questa fase si chiama "puntata"). L'impasto è diventato così (non è venuto particolarmente bene secondo me e inoltre queste foto con il flash fanno pena).




Ho tirato fuori il composto, l'ho messo sulla spianatoia e gli ho delicatamente dato la forma di un filone. Per mezzo di una paletta in metallo ho effettuato lo staglio, ossia la divisione in più parti, le quali diventeranno poi i panielli.








Diviso l'impasto in pezzetti di circa 200 gr. l'uno, li ho dato la forma a pallina non passandoli tra il palmo della mano e la spianatoia o arrotolandoli tra le mani, bensì piegando gli angoli in sotto e in dentro, come per fare dei riccioli, dando la forma a funghetto. Molto importante è chiudere il paniello sotto pizzicandolo bene bene con le dita. Purtroppo non è un'operazione facile da spiegare, ma è molto importante per una buona tenuta dell'impasto.



Secondo il mio parere non sono venuti perfetti, dovrebbero essere più tirati e più sferici. Forse ho fatto un impasto molto idratato che tiene meno la forma.
Ho poi disposto i panielli in un contenitore ermetico infarinando leggermente il fondo (non andrebbe fatto in teoria) e ho chiuso bene il tutto facendo attenzione che non passi aria, altrimenti crosticina. Ho usato anche una teglietta da forno coperta con della pellicola da cucina perché nell'altro contenitore non c'era più posto.




Ho messo poi tutto in frigorifero nella parte più fredda, quella bassa. L'impasto classico napoletano vuole solo procedimenti a temperatura ambiente, questo è un metodo "adattato". Ah, se non fosse chiaro odio la birra :-P



Perché ho fatto ciò? L'impasto ha bisogno di maturare oltre che di lievitare. Ciò conferisce miglior sapore, migliore stesura e altre cose che non so. Se non usassi il frigo il processo di fermentazione sarebbe più veloce e l'impasto lieviterebbe troppo veloce senza dare tempo alla maturazione di fare il suo corso.
Giusto per chiarire: ogni tipo di farina ha il suo tempo minimo e massimo di maturazione, a seconda della forza, che si esprime in W. Se ad esempio prendete la Barilla 00, farina debole, sono sufficienti 4/5 ore di maturazione e quindi non serve il frigo. La loconte per pizza è una farina di forza medio/altra e necessita di più tempo. Io per praticità uso circa 24 ore tra puntata, staglio e appretto (cioè la fase tra lo staglio e prima della stesura), ma credo che ne siano sufficienti anche meno. Ci sono farine molto forti che posso arrivare anche a 48 ore di maturazione. L'importante è far andare d'accordo la lievitazione con la maturazione e non eccedere con i tempi di quest'ultima, altrimenti la pasta si inacidisce e potete tranquillamente tirarla in faccia al vicino di casa che vi sta sulle palle.

Verso le 16 ho preso 4 mozzarelle, le ho fatte a pezzetti e le ho messe a scolare in un colapasta dentro il frigo. Poi ho preso un barattolo di pelati (evitate passate o schifezze del genere), li ho versati in una piccola scodella, li ho rotti con una forchetta e ho aggiunto basilico fresco, un po' d'olio e un paio di pizzichi di sale. Io metto anche un po' di aglio in polvere.
Alle 17.30 ho tirato fuori dal frigo i contenitori con i panielli e ho aperto leggermente un lembo del coperchio e della pellicola. Devono stare a temperatura ambiente per tornare in temperatura. Purtroppo non ho fatto le foto dei panielli lievitati perché sono andato a giocare a calcetto e per la fretta mi sono scordato. Però abbiamo vinto, eh eh eh.

Con l'aiuto di una paletta infarinata ho tirato fuori l'impasto e ho iniziato la stesura. Niente mattarello!!! Solo le manine e niente di più. Ho infarinato leggermente il paniello su entrambi i lati, e, partendo dal centro, ho premuto con entrambe le mani cercando di allargare il disco. Cercate di non schiacciare troppo i bordi per avere un bel cornicione. Dopo ho passato l'impasto da una mano all'atra per allargare ancora di più il disco. Guardate questo filmato.
Ho messo pomodoro, mozzarella e gli altri ingredienti e poi ho infornato nel mio mitico G3ferrari (notare le ditate di unto). Non sarà il massimo, ma per uso casalingo è fenomenale!!!









E questo è il risultato. Forse leggermente troppo cotta, ma per niente cattiva.





So di essere stato prolisso e confusionario, ma è la prima volta che mi cimento in una cosa del genere. Un ringraziamento doveroso va agli utenti del forum di pizza.it, senza di loro farei sicuramente delle schifezze terribili.
Se avete commenti scriveteli pure, non c'è bisogno di registrarsi :-)

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