venerdì 28 novembre 2008

Ristorante Pizzeria Braceria "Il Covo dell'Oste"

ATTENZIONE: IL LOCALE HA CAMBIATO GESTIONE, PERTANTO QUESTA RECENSIONE NON E' PIÙ VALIDA





E' un periodo di magra per le cene fuori: i soldi sono pochi e inoltre lavoro molto spesso la sera fino alle 22. Fortunatamente ogni tanto riesco a fare visita a qualche ristorante. Questa volta sono stato al Covo dell'Oste in Strada della Tressa, zona Coroncina.
La prenotazione è stata dura: abbiamo chiamato il numero presente nell'elenco ma senza fortuna, in quanto esistente. Siamo quindi andati di persona al locale il sabato precedente e abbiamo trovato un numero di cellulare con cui abbiamo finalmente potuto prenotare il tavolo. Non lo abbiamo fatto di persona perché il ristorante è chiuso a pranzo.
Domenica sera partiamo e parcheggiamo davanti al ristorante, sulla cui vetrina c'è il logo, ossia un maiale con il tovagliolo intorno al collo e forchetta e coltello nelle mani. Simpatica la scritta "ingresso", in cui la lettera "e" è barrata e corretta con una "a", per trasformare la parola in "ingrasso".
Appena entrati e accomodatici notiamo che l'arredamento del locale lascia molto a desiderare. In pratica questo consiste in uno stanzone rettangolare con un paio di dozzine di tavoli Ikea apparecchiati con tovagliette di carta gialla e piatti di coccio smaltato. Questi ultimi sono il simbolo dell'antigienico: lo smalto era graffiato e staccato da mangiate e lavaggi precedenti e ad ogni taglio di cibo veniva via. Inoltre i piatti puzzavano di una sostanza chimica che non saprei identificare.
Ordiniamo 2 porzioni di crostoni al lardo, 6 grigliate miste e una pizza. I crostoni, a detta di chi li ha mangiati, erano buoni. Le grigliate, arrivate dopo un'attesa snervante e dal costo di ben €13 a persona (cazzo di Budda!), dovevano essere composte da una costola, una bistecca, una salsiccia e una fetta di capocollo tutti di maiale e un pezzo di pollo. Ho scritto dovevano perché in realtà mancavano 2 bistecche e c'era una costola in più. Che dire della grigliata... buona, veramente cotta a dovere, peccato che le bistecche erano grandi quanto un pezzo di Lego e nel complesso la porzione era veramente misera, quindi tanto pane e poca ciccia. La pizza, mangiabile, aveva solo un difetto: il condimento praticamente assente. Abbiamo chiesto una margherita con salsiccia, funghi e tartufo ed è arrivata una margherita con 5 pezzettini di salsiccia, 4 spruzzetti di tartufo e qualche funghetto in qua e là. Pazienza.
Veniamo al vino: accanto al bancone in piena vista c'è un impianto per la spillatura direttamente dalle damigiane. E' possibile scegliere tra Sangiovese, Morellino di Scansano, Nero d'Avola e altri che non ricordo. Abbiamo preso un litro di Sangiovese e uno di Morellino, serviti in due brocche sempre di coccio che ad ogni versata gocciolavano sul tavolo. Com'era il vino? Inchiostro! Entrambe le brocche sembravano pastorizzate per anni, abbiamo fatto tutti fatica a berle.
Per concludere abbiamo preso 5 caffè e sorpresa delle sorprese faceva pena pure quello. In pratica sembrava un Nescafè sbruciacchiato.

Lascio come ulteriore testimonianza delle immagini rubate da un sito recuperato dalla cache di google, http://www.jammucen.com/?p=257 Purtroppo non ho potuto fare foto.

Per condire l'intera serata devo parlare del nostro tavolo. La temperatura era molto fredda ed eravamo seduti davanti alla porta che nessuno chiudeva, prendendoci ventate fredde di continuo, nonostante un pannello protettivo. E il conto? Circa 19€ a testa per aver mangiato praticamente niente.



Ambiente: 5/10 - Arredamento scarno e sinceramente bruttoccio. I bagni erano bui, tutti senza carta e sapone. Inoltre un gradino nascosto ha attentato alla nostra vita.

Servizio: 4/10 - La ragazza ci ha accolto subito appena entrati e non ha tardato a prendere l'ordine. Peccato che le grigliate siano arrivate dopo un'ora nonostante il locale non fosse assolutamente pieno.

Pietanze: 6/10 - Le grigliate erano molto buone e meriterebbero almeno un'8, peccato per la quantità delle porzioni. La pizza è decente.

Prezzo: 4/10 - €19 a testa è un vero e proprio furto! Con questa cifra in posti tipo l'Astronave o San Gusmè sarei uscito con una pancia da settimo mese e una mezza sbornietta :)

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domenica 17 agosto 2008

Londraaaaaaaaaaaaaaaaa

No, non sono morto. Questa volta torno a scrivere non per parlare di un argomento strettamente legato al cibo, bensì del mio ultimo viaggio a Londra, città in cui il cielo non diventa mai scuro, neanche di notte. Ho organizzato il tutto i primi di maggio prenotando il volo a/r con la Easyjet e l'albergo tramite booking.com. La scelta di quest'ultimo non è stata facile perché volevamo il bagno in camera e questo tipo di disponibilità a un prezzo abbordabile non è sempre disponibile, soprattutto nel periodo estivo. Dopo vari tentativi sono riuscito a combinare l'economicità del volo con quella dell'hotel. Partenza il 7 agosto e ritorno a Pisa il 14 con pernottamento al City Stay Hotel, struttura situata a Bow Road (zona 2). L'unico problema è stato quello di fare il check in alle 7 di mattina a Pisa con conseguente sveglia a Siena alle 4 di notte: il sacrificio è stato ripagato dall'entusiasmo del viaggio che non mi ha fatto sentire minimamente il sonno. Purtroppo il 4 agosto ho cominciato ad avere dei dolori all'altezza dell'addome che si sono trasformati in una tragica diarrea (leggi piscio dal c**o!), tanto che stavo per perdere la fila per il check in a causa di una seduta forzata.
A parte queste schifezze arriviamo in mattinata all'aeroporto di Gatwick e, grazie al più che efficiente sistema di trasporti inglese, raggiungiamo in un baleno l'albergo. I commenti su booking.com erano pressoché tutti positivi e il motivo c'era: staff gentilissimo, camere veramente pulite e soprattutto al piano inferiore abbiamo trovato una cucina per i clienti in cui i gestori mettono a disposizione gratuitamente pane, latte uova, frutta e "tea". Davanti all'hotel si trova un piccolo Somerfield (supermercato) aperto 24h al giorno e a distanza di una stazione di metro un Tesco (altro supermercato) di notevole dimensioni. Meglio di così!
Londra è bella, accogliente, calda. Quasi ogni via merita di essere percorsa. In 7 giorni abbiamo avuto la possibilità di visitare tutto ciò che era turistico e soprattutto gratis, inclusi i musei. Eh sì, pure la National Gallery e il British Museum non si pagano! Ovviamente ho lasciato un'offerta a entrambi per l'elevata qualità del servizio, impensabile in Italia. In parole povere abbiamo macinato decine di chilometri e visto l'impossibile. Il problema era il pranzo: "Dove si mangia oggi?". Le altrernative sono poche: ristoranti costosissimi, pub a prezzi tutto sommato abbordabili, supermercati o ristorantini di varie etnie con promozioni del tipo "As much as you want": in pratica si paga un tot di sterline e si mangia quel che si vuole quanto si vuole, che bello! Le catene di fast foods non li ho neanche presi in considerazione.
La maggior parte delle volte abbiamo mangiato a China Town dove per £8 potevamo letteralmente saziarci. Il cibo non era male, niente a che fare con quello proposto in Italia. Non sapete il piacere di sedersi dopo ore di camminate e poter mangiare in abbondanza. Subito dopo il pranzo un certo Lorenzo (ehm... ehm...) richiedeva il pub per assaggiare almeno una pinta delle varie Cask Ales (birre spillate a pompa a mano) che Londra offre. Interessante è la discrepanza di prezzi nei vari locali per lo stesso tipo di birra. Io ho bevuto esclusivamente Cask Ales (hanno un fascino troppo bello) anche se ogni tanto ho riassaporato la mia amata Guinness, quella Irlandese e non quella sbroscia che vendono in Italia.
Dopo birre e chiacchere ripartivamo per destinazioni meno culturali, tipo la deludente Portobello Road, la trasgressiva Camden Town, il meraviglioso Hyde Park dove degli stupendi "squirrels" vengono a prendere il cibo dalle tue mani, o qualche altra sosta al pub sempre per colpa del solito Lorenzo. Per la cronaca ce n'è uno vicinissimo a Trafalgar Square a prezzi stracciati, almeno in quel periodo: guardando il museo di fronte, il pub è sulla destra; si riconosce benissimo da un uomo gigante sul tetto che spacca una botte.
La sera, stanchi e affamati rientravamo in hotel con la mitica metro per andare a prepararci una cena nella cucina, sempre se i cari spagnoli non ci fregavano il cibo come accaduto nei primi giorni. Io ovviamente ho provato le peggio schifezze in scatola made in England: backed beans, zuppette al pollo o ai funghi, salsicce con piselli e cibo indiano in un losco negozio a pochi passi dall'albergo. Nonostante pietanze immangiabili (tipo le salsicce con piselli) o piccantissime sono sopravvissuto. Bisogna imparare a mangiare il mangiabile anche perché in Inghilterra il cibo o è super saporito o non sa da niente, niente mezze vie! Un'eccezione c'è: i Digestive al caramello e i Dary Milk sempre al caramello... neanche la sbavata di Homer Simpson possono descriverli.
Il momento peggiore è stato il ritorno a casa. Gatwick: silenzio e ordine. Pisa: chiasso, strutture fatiscenti, gente maleducata tipo ragazzi che si sono messi a giocare a calcio davanti al nastro delle valigie, disturbando molte persone. Abituati poi alla metropolitana e al Gatwick Express, ossia il treno che collega la stazione di Victoria con l'aeroporto, il treno Pisa Siena ci è sembrato roba del terzo mondo, una vera vergogna!
In conclusione Londra è da vedere per forza. Se potessi partirei anche subito anche per passare solo 2 o 3 giorni nella capitale inglese. Se avete qualche domanda o consiglio da chiedermi fate pure, sono a vostra disposizione.

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sabato 14 giugno 2008

Cenino al Bar Baffo a Isola d'Arbia






Alessandro, mio coinquilino, prima di tornare "in patria", a Bracigliano, mi ha chiesto l'ultimo desiderio: "Andiamo a fare un cenino da Baffo"? Che domande... ho accettato senza neanche pensarci. Giovedì sera, verso le 20, io, Martina e Alessandro siamo quindi partiti verso Isola d'Arbia, piccola frazione tra Siena e Monteroni. Baffo è una meta d'obbligo per un buon panino ed è tautologico uscirne soddisfatti.
Premessa: è un posto alla buona dove mangi principalmente affettati toscani, frequentato da gente di paese e bisogna adattarsi. Ogni tanto si ferma qualche turista di passaggio per la Cassia. Bellissima la scena di qualche mese fa di una coppia del nord che, indecisi su che panino farsi fare, ne ha chiesto uno alla bresaola. La signora del bar, quasi inorridita dalla richiesta, ha praticamente brontolato i clienti perché era inammissibile pensare alla bresaola in un posto del genere. La cosa bella è che hanno guardato la vetrina dei salumi a lungo e la bresaola non c'era! Forse l'hanno confusa con la lombata anche se la somiglianza a mio parere è scarsa.
A parte questo, entriamo e chiediamo un vassoio misto a scelta del proprietario per me e Alessandro. Unica richiesta una salsiccia e un assaggino di affettati. Martina opta invece per una pizza anche se alla fine ha assaggiato abbondantemente i salumi.
Ci accomodiamo nella saletta accanto:




Chiariamoci subito, l'ambiente è quel che è, si tratta pur sempre di un bar di paese! Notare nella foto di destra la targa sulla porta... c'è una specie di stargate per LA? In realtà si va nella cucina e in un'altra stanza arredata a trattoria. Noi invece abbiamo voluto mangiare nella zona "rustica", anche perché c'era la partita dell'Europeo.



Nella breve attesa ci viene chiesto cosa vogliamo da bere. Prendiamo una bottiglia d'acqua e mezzo litro di rosso: ce ne portano una bordolese... meglio! In poco tempo arrivano gli affettati, invece la pizza al prosciutto crudo, rucola e grana (a blocchi!) necessita di un paio di minuti in più. Quest'ultima non è niente di che, non metto neanche la foto perché non rientra nella tipologia del bar secondo me. Discorso diverso per gli affettati. Arrivano salame, prosciutto, capocollo, lombata, una salsiccia (mia!) più un bonus di pecorino semistagionato. Peccato per la mancanza della finocchiona. L'avrei ordinata dopo se non fosse che per due persone gli affettati erano tanti anche se dalla foto non sembra.




Tra un gotto di vino e uno sguardo alla partita in cui sembrano scesi in campo i Muppets da quando sono imbranati i giocatori, gli affettati finiscono per la gioia mia e di Alessandro. Il barista ci chiede se abbiamo ancora fame tramite un gesto della serie "affetto?", visto che non poteva parlare causa panino in bocca. La risposta è negativa, siamo pieni. Prima di andare a prendere un ottimo grappino, do uno sguardo ai quadri e ce n'è uno un po' particolare che ci ha incuriositi:




Fin qui tutto normale, una normale tela che non vorrei mai in casa mia. Osservando più da vicino notiamo un particolare:



Ci sono due cacciatori che guardano in canna. Viene subito da pensare al film di Fantozzi in cui si sparano nell'occhio per vedere se la canna è ostruita. Che gran quadro ^_^
Una nota particolare ai baristi, che presumo siano marito e moglie. Sono una coppia terribile, da sganasciarsi dalle risate. Non so come spiegarvi, dovete andare anche solo per un panino a merenda per vederli all'opera. Per concludere, Baffo è un cult!

Ambiente: n.c. - E' orribile ma è perfetto per un bar di questo tipo.

Servizio: 10/10 - I proprietari sono due sagome. A volte hanno da parlare e ci vuole un po' a farsi servire, però se hai qualche richiesta cercano di accontentarti in tutti i modi. E' un locale mitico, qui la targa del Routard gli fa un baffo, lo dice anche il nome del bar!

Pietanze: 10/10 - Affettati deliziosi, formaggi idem. C'era anche il vecchio ciotolone con le acciughe sotto pesto che però per questa volta ho saltato, ma la prossima...

Prezzo: 8/10 - €30 per il vassoio, la pizza, la bottiglia di vino, l'acqua e due grappe. Non è proprio pochissimo, ma abbiamo mangiato tanto!


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lunedì 9 giugno 2008

Fine settimana ad Abbadia San Salvatore, con pranzo al Cantinone



Ebbene sì, si riparte per un breve fine settimana. Andiamo in tre ad Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata, per passare un sabato e domenica nella rustica casa di mia nonna. Partiamo da Siena intorno alle 15, imbocchiamo la Cassia dopo aver messo €20 di benzina al nuovo distributore ICM in Massetana che costa qualcosa meno degli altri, ma dobbiamo fermarci a Torrenieri perché qualcuno stranamente aveva da fare bisogni "grossi". Approfittiamo della sosta per una rapida spesa alla Coop, giusto per acquistare qualcosa per la cena: un pollo, salsicce, spiedini, pomodorini, insalata, pane e un deodorante visto che sempre quel qualcuno ne era sprovvisto e non voleva usare quello mio e di Martina. Capucci si offenderà, vergogna! Ripartiamo e nel giro di un'ora scarsa arriviamo ad Abbadia San Salvatore. Parcheggiamo la macchina, sistemiamo le nostre cose e usciamo a piedi in paese, direzione Pinzi Pinzuti, negozio molto particolare gestito dalla simpatica e gentilissima Marcella. Avete presente una bottega agroalimentare/di souvenir/di gingillini/... che vende qualsiasi cosa? Bene, questo negozio è ancora di più. C'è roba ovunque: negli scaffali, in mezzo al negozio, per terra, davanti al negozio, nella macchina della proprietaria, ovunque! Io ho acquistato del vino di loro produzione e una bottiglia di Bastarda Rossa, birra amiatina prodotta ad Arcidosso. Marcella ci ha fatto anche assaggiare un formaggio che era la fine del mondo e, dopo averci chiesto se ne volevamo un po', alla fine non ce l'ha dato nonostante avessimo detto di sì. Si sarà scordata :-)
Dopo che la proprietaria ci ha mostrato le new entries della bottega, ci dirigiamo verso la vicinissima ma insignificante, solo dal punto di vista visivo, pasticceria "Marrons Glacés", esercizio a dir poco divino. Ho conosciuto questo negozio neanche un anno fa, ma è stato amore a primo assaggio. Io vado letteralmente matto per le paste con la crema Chantilly di loro produzione. Non avete idea di cosa siano, mai sentito niente di più buono. Sullo stesso livello sono anche gli altri dolciumi, purtroppo non ho ancora avuto l'onore di assaggiare le torte e soprattutto i semifreddi che hanno un aspetto spettacolare. Prendiamo un vassoio da 6 per la cena e ci dirigiamo verso il pub della "Signora in Rosso", accanto a Pinzi Pinzuti, dove noi 2 maschietti prendiamo un paio di birre. Il pub in realtà non ho idea di come si chiami, noi lo abbiamo battezzato così perché le altre volte in cui ci eravamo stati c'era sempre la proprietaria vestita di rosso. Questa volta invece era vestita di nero. Che delusione!
Finite le bevande ci dirigiamo verso via Roma in cui c'erano dei banchetti di roba vecchia con prodotti di qualità piuttosto discutibile. Facciamo sosta in un altro negozio che vende prodotti tipici locali per acquistare un altro paio di bottiglie di birra amiatina. Fortuna vuole che il venditore ne sia un rappresentante ma la cosa più bella è che non ne sapeva nulla! Gli ho chiesto se l'Aldobrandesca fosse una birra a base di frumento (dal colore della birra sembrava di sì): la sua faccia è passata dallo stupito all'imbarazzato ma ha saputo subito darmi una risposta grazie alla pronta lettura della brochure. Usciamo dal negozio dopo che questo simpatico "professionista" si è fatto pubblicità come dj e torniamo a casa. Io mi improvviso fuochista e in un lampo riesco ad accendere il fuoco nel caminetto per fare la grigliata. Tutto procede abbastanza bene, la cena è decente, io sono pieno che scoppio e i gatti hanno fatto festa con le ossa del pollo. Andiamo a letto stanchi dopo una partita a "non ti arrabbiare", gioco tipico tedesco nonché infinito che Martina si è portata dietro. Qualcuno però non riesce a dormire a causa degli spiriti e santi vari che fanno i dispetti.
La mattina dopo mi alzo prima di tutti, pulisco casa e, una volta tutti svegli, decidiamo di andare a mangiare al Cantinone, ristorante che fa una pasta fatta a mano di grande livello. Inoltre adesso è periodo di funghi, perciò LET'S GO!




Il ristorante già lo conosco da un paio di anni e ho avuto modo di apprezzarlo sempre di più. In particolare, come già detto prima, fanno un' ottima pasta fatta a mano. In cucina c'è un giovane ragazzo, che presumo sia il figlio della proprietaria, che mi fa godere ogni volta con i tortelloni ripieni di ricotta e spinaci, piatto fisso ad ogni mia visita. Io che sono purista ho preferito quelli più semplici, ossia burro e salvia:




Martina invece ha preferito quelli con il ragù di carne:




Qualcuno invece ha fatto il diverso, ordinando i pici alla nana (anatra), ovviamente sempre fatti a mano:



I tortelli secondo me sono sopra alla media: pasta morbida e delicata non troppo sottile, probabilmente con una parte di grano duro nell'impasto. Anche il ripieno è delicato, con una predominanza di ricotta rispetto agli spinaci. Forse una punta di noce moscata in più non guasterebbe. I migliori secondo me sono quelli burro e salvia perché quelli al ragù sovrastano troppo il ripieno. Esiste anche la variante rucola e parmigiano, che sicuramente proverò.
Discorso diverso invece per i pici che ho solamente assaggiato: li ho trovati piuttosto anonimi, in particolare il sugo. Io avrei optato per qualcosa di più serio come condimento, tipo un bel ragù di salsiccia o il buon caro vecchio cinghiale.
Per secondo noi maschietti ordiniamo delle scaloppine ai funghi:



La carne era molto morbida, i funghi indubbiamente freschi anche se nel complesso non mi ha fatto impazzire. Forse io con la carne sono abituato a sapori più forti e perciò non ho saputo apprezzare la delicatezza del piatto. Capiamoci, non era per niente male, anzi, ma all'occhio mi aspettavo qualcosa di diverso. La cosa divertente è che quando il piatto è arrivato la porzione sembrava piccola, invece erano delle scaloppine a castello a 5 piani. Per contorno abbiamo preso un ottimo fritto di porcini sparito in poco tempo:



Per concludere abbiamo ordinato un salame di cioccolato, un tortino al mascarpone e uno ai frutti di bosco. Io ho assaggiato solo l'ultimo e posso dire che non era niente male, anche se dopo i funghi fritti non è che sia proprio il massimo :-)
Una nota sull'ambiente: il ristorante è in uno stanzone unico arredato in modo rustico. Se ben ricordo mio padre mi ha detto che una volta Il Cantinonte era luogo di ritrovo per ballare. Adesso di "Cantinone" è rimasto solo l'arredamento. Non ho fatto foto perché c'erano altre persone intorno a noi e non volevo disturbarle con flash vari.


Ambiente: 8/10 - L'ambiente è molto arredato ma con gusto. Niente è fuori posto. Forse l'unica cosa che stona sono le piastrelle non proprio stupende sulla stufa a legna per l'inverno.

Servizio: 9/10 - La signora è stata molto gentile e disponibile.

Pietanze: 8/10 - Tortelli mitici. Il resto molto buono. Interessante la possibilità di ordinare un bis o un tris di primi a scelta, anche se la stessa cosa deve essere fatta da tutti i commensali.

Prezzo: 9/10 - €57 per: 3 coperti, 3 primi, 1 acqua, 2 birre, 2 secondi, 2 contorni, 2 caffè e 3 dolci. In fattura i caffè e i dolci non sono stati conteggiati, non so se per errore o come sconto. Insomma... prezzi ottimi! Date un'occhiata qua sotto:




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mercoledì 21 maggio 2008

Che torta Martina!

Domenica pomeriggio torno dallo stadio, e che trovo in frigorifero?










Per essere pignoli forse doveva essere cotta un pizzichino in più e l'impasto forse doveva essere più basso, ma sono piccolezze che non hanno cambiato il destino della torta. Gnam gnam!

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Le pappardelle al cinghiale

E' sabato, ho un pezzo di cinghiale, degli ottimi pomodori campani in barattolo, farina, uova, non manca quasi niente: pappardelle al cinghiale!!!
Dopo essermi svegliato un po' appesantito causa assaggi vari di birre belghe la sera prima a cena al TNT pub di Bibbiano, inizio lentamente a preparare tutto il necessario. Il cinghiale lo avevo messo nel tardo pomeriggio di venerdì a marinare con del vino decente (consiglio vivamente uno di corpo, niente vini giovani quindi e soprattutto niente vini nel cartone!), una cipolla, due foglie di alloro, ginepro e ho allungato il tutto con poca acqua per coprire la carne. Il cinghiale ha bisogno di questo procedimento per eliminare il sapore di selvatico che lo renderebbe irrimediabilmente immangiabile.
Il giorno prima avevo anche acquistato due salsicce fresche e 4hg di macinato alla SMA di Vico Alto, che ha un reparto macelleria minuscolo ma di primissima qualità.

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Prima di tutto ho pulito il cinghiale dal grasso e dalle altre parti poco nobili, successivamente l'ho tagliato tipo spezzatino. Dopo ho mescolato a mano il macinato con le due salsicce spellate. Poi ho fatto un soffritto nella pentola di acciaio con la cipolla recuperata della marinata, un paio di spicchi di aglio, pochissimo peperoncino. Una volta imbiondito il tutto ho aggiunto il cinghiale precedentemente diviso e l'ho fatto scottare bene bene, infine l'ho tolto e messo in un piatto.




Ho versato il macinato mescolato con la salsiccia nella pentola e girato con molta cura per evitare che si appallottolasse il tutto e ho fatto asciugare un po'. Quando il liquido si è ritirato, ho rimesso nella pentola i pezzi di cinghiale e ho versato un bicchiere di vino.




Ho fatto nuovamente asciugare il tutto e poi ho aggiunto 3 lattine di polpa di pomodoro... e che polpa, buonissima!



Ho coperto e fatto cuocere lentamente girando di tanto in tanto. Per questo tipo di sughi io sono dell'opinione di mia nonna: cottura a fiamma bassa e molto lunga. Il cinghiale poi ha bisogno di cuocere in modo ottimale per renderlo morbido e gustoso. Man mano che il tutto cuoceva sono andato da Alessandro per preparare la pasta.

Per l'impasto ho seguito lo standard che si trova praticamente ovunque, cioè un uovo per ogni hg di farina. Ho quindi messo in un ciotolino la farina con in mezzo le due uova.




Abbiamo impastato a mano cercando di evitare grumi e rendendo il composto il più liscio possibile. Il risultato è stato un po' asciutto, ma per essere al prima volta non è andata per niente male.



Abbiamo avvolto l'impasto nel cellophane e messo in frigorifero per mezzora. Non so a cosa serva, però ho letto di un sacco di persone che lo fanno, perciò perché non provare?
Con molta pazienza e armati di mattarello abbiamo steso la pasta infarinando quando necessario. Come già detto purtroppo il composto era un po' secco e non si tirava bene, però piano piano ci siamo riusciti. Una volta steso l'impasto lo abbiamo arrotolato e tagliato a strisce. Alla fine una piccola spolverata di farine per evitare che pappardelle si attaccassero.



Una volta pronto il sugo abbiamo buttato la pasta nell'acqua bollente con un goccio di olio per evitare che si attaccasse. Il risultato finale? Mi sono addirittura scordato di fare le foto, giudicate voi ^_^

martedì 13 maggio 2008

Ristorante Da Maurizio a Follonica



Domenica mattina ci siamo recati in 4 a Follonica (GR) e perché non approfittarne per fare una mangiata di pesce? Avrei voluto andare da Santarino, locale che amo particolarmente, ma per questioni di budget ho ripiegato su "Da Maurizio", posto noto per mangiare decentemente e a buon prezzo.
Il locale, specie nei giorni festivi e prefestivi, è sempre pieno, perciò ho prenotato.
Entriamo, ci sediamo e poi ordiniamo da bere mentre leggiamo il menu. I prezzi sono ottimi: primi sui €6, i secondi arrivano forse ai €10. Le portate invece sono poche, forse 10 in totale tra primi e secondi di mare; quelle di terra invece non so quante siano, ma sempre in numero esiguo. Da segnalare che alcuni pesci, come i totani, possono essere surgelati. Ma cazzarola... non siamo al mare??? Dopo una veloce lettura decidiamo di prendere un antipasto misto di mare per 2 persone in 4, visto che le porzioni sono abbondanti. Ci arrivano: chioccioline di mare, alici all'olio e cipolla, polpo lesso e vongole. Le chioccioline erano ottime, sugose, insomma fatte bene! Il polpo era non proprio morbidissimo, un po' insapore ma tutto sommato accettabile. Le alici invece non sapevano proprio di nulla, neanche l'olio aveva sapore: qui la parola extravergine non può neanche essere pronunciata. Nota dolente sono state le vongole. Erano in gran parte frantumate, scondite e soprattutto sabbiose. Infatti più di metà sono rimaste nel vassoio.
Per proseguire abbiamo ordinato delle farfalle verdi agli scampi per 3 e una porzione di pesce alla griglia. La pasta non era male, ma niente di speciale. Per i miei gusti era un po' troppo unta, ma non in modo eccessivo. La grigliata (scusate per la foto) invece sapeva di olio vecchio, per quel
poco che ho assaggiato. La parte migliore era il "pescione", che una volta aperto rilasciava un buon profumo di "naturale", senza quintali di limone, prezzemolo e altri condimenti aggressivi.
Da bere abbiamo preso una bottiglia di vino bianco della casa, un litro di acqua. Per chiudere 3 caffè e un amaro.




Ambiente: 6/10 - Un comune ristorante di mare

Servizio: 7/10 - Personale simpatico e disponibile.

Pietanze: 5/10 - Ero già stato una volta in questo ristorante e avevo mangiato tutto sommato decentemente, ma questa volta sono restato deluso.

Prezzo: 8/10 - Abbiamo speso 60€ in totale con fattura.

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Abbiamo fatto i Muffin

Era un venerdì sera come un altro ma Martina purtroppo era come sempre e quando rompe, rompe. Fortunatamente questa volta ha rotto in modo positivo, perché aveva voglia di fare dolci. Consultando Alessandro, nostro coinquilino e compagno di ricette al forno (il suo, visto che ancora non ne ho uno!), hanno deciso con il mio contributo di fare i muffin, utilizzando una ricetta trovata sul web e sperimentata con successo mesi fa dal sottoscritto:


Dosi per 12pz – pronti in 30min

INGREDIENTI SECCHI
140 gr zucchero
250 gr farina autolievitante oppure 250 gr farina e 1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato

INGREDIENTI UMIDI
85 gr burro sciolto
2 uova
200 ml. Latte
1 cucchiaino di estratto di vaniglia


INGREDIENTI A PEZZI
150 gr mirtilli


Scaldare il forno a 200° e imburrare una teglia da muffin da 12 oppure preparare gli appositi stampini di carta.

Mescolare assieme gli ingredienti umidi, dopodiché aggiungere agli ingredienti secchi, mescolando finchè saranno ben amalgamati, ma non eccessivamente altrimenti i muffins risulteranno duri.
Aggiungere in fine i mirtilli.

Versare l’impasto a cucchiaiate negli stampi e cuocere per 15-18 min. finchè non saranno ben dorati.
Far raffreddare su una griglia e servire tiepidi.

REGOLE D'ORO PER MUFFINS PERFETTI:
1. Mescolare tutti gli ingredienti umidi a parte e poi aggiungerli a quelli secchi.
2. le aggiunte di frutta, verdura…ecc. vanno fatte alla fine.
3. Non mescolare eccessivamente

Non cuocere troppo i muffins, sono pronti quando hanno lievitato e sono ben dorati.
Nel caso non si consumassero subito metterli in un contenitore ermetico al massimo due giorni oppure si possono congelare, scongelare e scaldare in forno per un paio di minuti.


Beh il procedimento è più che chiaro, tanto che io sono riuscito a fare casino. Ho aggiunto gli ingredienti umidi a quelli secchi invece di fare il contrario, ingrumando il tutto, tanto da rendere necessario l'uso dello sbattitore elettrico. Inoltre abbiamo fatto delle varianti, realizzando muffin bianchi, alle fragole, al cioccolato, al cacao e al cacao e cocco. Le foto che posto conseguentemente sono il risultato di un procedimento sbagliato, anche se alla fine i muffin sono venuti molto buoni, in particolare quelli senza cacao.


Gli ingredienti




L'impasto versato nello stampo




Vista dall'alto




Ammucchiata




"Senza titolo"


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Grazie Fabio



Con un ritardo mostruoso voglio ringraziare il mio amico Fabio pubblicando sul blog la foto delle prelibatezze che ha portato direttamente dalla Puglia a me e Martina. Il pane di Altamura, insieme al caciocavallo, sono un binomio incredibile. Ovviamente oggi non esistono più.
Le orecchiette invece sono ancora in dispensa, aspetto solo l'occasione giusta.

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Arriva Mr. Pig

Da oggi entra a far parte di vivailcibo un nuovo amico, Mr. Pig, che ci aiuterà nella valutazione dei locali dandoci un giudizio globale all'inizio di ogni recensione. Oink oink





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giovedì 8 maggio 2008

Cucina nuova e detersivi bio/alternativi

Quanto tempo dall'ultimo post... avevo scritto una bozza riguardo il mio viaggio in Inghilterra, ma la malinconia di quei giorni splendidi e soprattutto la mia pigrizia hanno lasciato in balia di se stesso il blog. Ieri ho invitato a cena Cesare, mio amico che ha avuto la gentilezza di ospitarmi a Bristol e davanti a una pizza da me sfornata (sono migliorato tantissimo!) abbiamo parlato dell'eventuale ritorno nel regno unito, probabilmente a settembre a Dublino. Quindi dovrò rispolverare l'inglese, rimettere in moto il fegato per le birre a rotazione che sicuramente scolerò e riabituarmi alle schifezze che mangiano lassù, anche se tutto sommato mi piacciono :-)
A parte ciò: dopo vari giorni di attesa è arrivata la mia onesta cucina ordinata al Mercatone Uno. Strano ma vero, è pure bella! Tutto funziona: adesso ho 4 fuochi su 4 che funzionano, il rubinetto dell'acqua che non perde e soprattutto una fottutissima lavastoviglie presa in omaggio grazie a una promozione. Il forno invece no, non ce l'ho, perché la ditta presso cui l'ho ordinato sta facendo di tutto per non farmi arrivare nulla di giusto o funzionante. Prima o poi arriverà, dai Lorenzo, dai, credici.
Con la lavastoviglie ho avuto qualche problema: i piatti uscivano fuori maleodoranti, con un odore molto particolare, che Martina ha definito "di freschino". Non chiedetemi che caspita voglia dire, si dice in Trentino Alto Adige, altro non so! Abbiamo pensato: "sarà colpa del detersivo?" Quindi da quello in polvere della Coop acquistato per il vantaggioso prezzo, siamo passati al Pril in pastiglie (quello della gazza ladra che ruba le posate), secondo in ordine di prezzo. Beh, l'odore "di freschino" è svanito, però queste tabs costano troppo. Come fare?
Stasera per puro culo, googleggiano, sono capitato in un sito semplicemente splendido, che ha attirato all'istante il mio animo ecologista: http://biodetersivi.altervista.org/ In queste pagine non solo si parla di quanto i detergenti a uso domestico siano inquinanti e pericolosi per l'uomo, ma vengono proposte ricette alternative biologiche e facilmente riproducibili a casa.
Questo simpatico gruppo di persone ha anche redatto un libro in .pdf liberamente scaricabile e consultabile da chiunque, che può essere scaricato qua: http://s5.histats.com/stats/r.php?20834&100&1&urlr=&biodetersivi.altervista.org/allegati/detersivi_bioallegri.pdf
Esiste anche una "scheda pratica", cioè una versione super sintetizzata con solamente le ricette: http://s5.histats.com/stats/r.php?20834&100&2&urlr=&biodetersivi.altervista.org/allegati/scheda_pratica.pdf

Visto che adoro sperimentare cose che la gente comune non sognerebbe mai e poi mai fare, proverò a fare il detersivo per i piatti, che può essere usato sia a mano, sia in lavastoviglie, grazie a suddetta ricetta:

3 limoni, 400 ml di acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco

Tagliare i limoni in 4-5 pezzi togliendo solo i semi e mantenendo la buccia (è più facile se tagliate il limone a rondelle)
Frullarli con un mixer insieme ad un po' di acqua e al sale. Per evitare intasamenti del filtro lavastoviglie, frullate a lungo e molto finemente la poltiglia
Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere tutta l'acqua e l'aceto e far bollire per circa 10 minuti mescolando, affinché non si attacchi. Quando si è addensato e raffreddato mettere in vasetti di vetro.

Come si usa:
Due cucchiai da minestra per la lavastoviglie. Non mischiate il detersivo fai da te a quello classico lavastoviglie.
A piacere per i piatti a mano. In caso di stoviglie unte basta aggiungere sulla spugnetta un po' di detersivo classico piatti a mano visto che, a differenza di quello per lavastoglie, può mischiarsi con quello fai da te.


Non se se funziona o no, io ci provo!!!

P.S. Se pensate che questo post non sia attinente al blog vi sbagliate: i piatti purtroppo bisogna lavarli dopo mangiato, a meno che qualcuno non si offra volontario di farlo al posto mio. In questo caso il post è sicuramente OT e lo cancello ;-)


Aggiornamento: ho realizzato il detersivo facendo metà dose e ho ottenuto questa strana ma profumatissima poltiglia




Il giorno dopo l'ho provata: il filtro della lavastoviglie era pulitissimo, e i piatti tutto sommato puliti. Le posate e in particolare i bicchieri sono risultati più opachi del solito. Nei giorni seguenti ho provato con stoviglie più o meno sporche e ho notato che questo biodetersivo non è poi così eccezionale. Sicuramente qualcosa fa, ma la sua efficacia è indubbiamente maggiore con programmi più lunghi e piatti non molto sporchi.
I normali detersivi da supermercato contengono agenti molto aggressivi che puliscono più a fondo, ma lasciano qualche residuo che purtroppo alla fine mangiamo. Il biodetersivo ha un'azione pulente blanda (l'aceto, il limone e il sale non sono detergenti né tanto meno disinfettanti), però non alterano i nostri cibi.
Che dire, provate. Se volete i bicchieri splendenti e i piatti perfettamente puliti lasciate perdere! Se invece volete rispettare la natura, salvaguardare la vostra salute e risparmiare qualcosa fate un tentativo, magari il risultato sarà migliore del mio.

Voglio aggiungere una nota finale a favore dell'aceto bianco. Usatelo al posto del brillantante: non è tossico, leva il calcare, resta inodore e funziona benissimo. Ho provato a usarlo anche in lavatrice al posto dell'ammorbidente e funziona!!! Aggiungetene 100ml nella vaschetta dell'ammorbidente e fate il normale lavaggio con i vostri panni. Vedrete che usciranno morbidi, senza odore di aceto, e con il profumo del solo detersivo. Inoltre la vostra lavatrice vi ringrazierà perché allo stesso tempo terrete lontano il calcare. In pratica spendete meno, avete lo stesso effetto sui panni e mantenete in forma l'elettrodomestico, che volete di più?

Mi raccomando, solo aceto bianco!!!

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domenica 2 marzo 2008

Ristorante Pizzeria Bocca d'Ersa

Provo a ridare vita al blog dopo un lungo periodo di assenza. Avrei da parlare a lungo di Bristol dove sono stato per quasi una settimana a fine gennaio ma qualcosa mi blocca, forse la malinconia di un luogo dove sono stato veramente bene. Spero in futuro di trovare lo stimolo giusto.
A parte tutto questo veniamo alla grossa grassa mangiata di ieri alla Bocca d'Ersa a Poggibonsi in via Pisana. Era da tanto tempo che volevo andarci perché ho sempre sentito parlare benissimo di questo locale. Inoltre c'era stato mio padre, amici, parenti e io no. Le ingiustizie mi fanno male e di conseguenza ieri verso le 16 ho telefonato: ovviamente di sabato sera è tutto completo ma un tavolino da 3 persone per le 21.30 me lo liberano. Perfetto, anche se alle 19 in genere io ho già i crampi allo stomaco dalla fame.
Arriviamo alle 21.40 dopo una lunga ricerca del locale perché è seminascosto e il ristorante è ancora pieno. Aspettiamo dieci minuti davanti alla porta d'ingresso fin quando arriva una cameriera stressatissima dal lavoro che ci accoglie preparandoci il tavolo. Ci mettiamo seduti e mi giro intorno: mentre odo il rumore della gente che succhia cozze e vongole (facendomi aumentare ulteriormente il volume dei succhi gastrici), noto che le porzioni sono abbondanti e ciò non può che farmi piacere.
Finalmente arriva il menu: i prezzi sono ottimi considerando che si parla di pesce fresco. I primi partono dagli 8€ e salgono di poco mentre i secondi vanno dai €10 in su. Martina, che in questo periodo ha deciso di mettersi seriamente a dieta, ordina una pizza mentre io e un mio amico facciamo le cose per bene: un souté di cozze e vongole a metà, spaghetti al cartoccio per entrambi, frittura di calamari e gamberi per lui mentre zuppa di gamberoni, molluschi e crostacei per me.
La pizza si presenta piuttosto bene, anche se con il cornicione è un po' basso e troppo cotto. Le verdure sono fresche e in giusta quantità. All'assaggio l'impasto è buono, molto fragrante, leggerissimo e morbido fino in fondo, cosa rara da trovare. C'è da dire però che usano latte (si sentiva benissimo) che rende la pizza più friabile e modifica la colorazione, giustificando il mio giudizio sul cornicione. In parole povere una pizza tutto sommato buona, ben digeribile e bella grande... grande come la porzione singola che abbiamo preso per antipasto in due: un ciotolone che inizialmente mi ha spaventato tanto da farmi gridare con stupore "maremma maiala" a voce alta con figura di merda annessa. Meno male che in Toscana nei ristoranti si parla a voce alta!
Sull'antipasto niente da dire, a parte un po' di sabbia di troppo su alcune cozze ma è stato un caso isolato. Comunque non deve accadere! Mi è piaciuto il fatto che sul fondo del piatto di portata ci fossero due fette di pane che hanno raccolto buona parte del sugo: ottime! La nota negativa è che il condimento era un po' troppo delicato, in particolare mancava l'aglio che qua non guasta.
Poco dopo aver finito l'antipasto e averci portato nuovi piatti puliti arrivano gli spaghetti chiusi in un cartoccio a forma di cigno: non abituati a certe "raffinatezze" e colti dallo strullo, abbiamo fatto varie allusioni sulla forma dell'animale, in particolare al lungo collo che ricordava... beh non lo posso dire. Una volta aperto scopriamo che si tratta di una specie di spaghetti allo scoglio con calamari. La pasta era cotta proprio bene ma un po' troppo salata per i miei gusti mentre il condimento non mi ha esaltato: il pesce, molluschi in particolare, pareva fosse surgelato piuttosto che fresco e nel complesso non ho trovato un gran sapore. Mi ha un po' ricordato quelle vaschette di misto mare scoglio che si trovano nel banco dei surgelati al supermercato. D'altro canto quel cigno era enorme e abbiamo fatto in totale 4 piattate abbondanti. Anche il condimento era in grande quantità.
Veniamo alla frittura che ho solo assaggiato. Personalmente l'ho trovata deludente: troppo secca la panatura e l'olio di frittura sapeva da vecchio. Un po' meglio invece la mia zuppetta che però mi ha tanto ricordato il condimento degli spaghetti. Ottimo il sughetto rosso di base che avrei tirato su con il pane se non fossi stato così pieno.
Da bere abbiamo preso una bottiglia d'acqua, una di vino bianco della casa di origine siciliana più un mezzo litro di frizzantino alla spina utile per "sgrassare" la lingua. Per chiudere 2 sorbetti al limone e un caffè. In totale abbiamo speso €70.
Che dire... una mangiata esagerata ma nel complesso non sufficiente come qualità. I sapori secondo me erano un po' ripetitivi nelle varie portate. C'è da dire però che era sabato sera, che il locale era più che pieno e forse tutto ciò può aver influenzato la qualità complessiva. D'altro canto è stata una serata molto divertente soprattutto quando ho aperto una cozza che mi ha sputato sulla maglietta, forse sulla maglietta. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di risate, in particolare di Martina che non riusciva più a smettere di ridere passando per ubriaca... peccato che sia astemia :-)
Voglio inoltre sottolineare la grande pazienza, gentilezza e simpatia di tutti i camerieri nonostante si siano fatti un culo grosso come una casa correndo in su e giù per il ristorante e sopportando tre cretini come noi.


Ambiente: 8/10 - Luogo curato, pulito, tutto sommato nella norma. Ho dato una sbirciata alla cucina e non ho mai visto tanta pulizia. Bravi!

Servizio: 9/10 - Non mi sarei mai aspettato tanto in una bolgia del genere, grazie mille, anche ai piccoli figli dei gestori che aiutavano i camerieri stanchi morti a preparare i tavoli per il giorno dopo.

Pietanze: 6/10 - Quantità enormi ma sapori non sufficienti. Discorso non assolutamente valido per la pizza che merita molto di più. Ricordiamoci che era sabato sera!

Prezzo: 8/10 - Considerando che abbiamo mangiato solo pesce ed escludendo i €10 di Martina, il prezzo non è affatto male. Se poi pensiamo alla grandezza delle porzioni...

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